Anoressia sessualità

Donna anoressica che fatica a mangiare

Il legame Anoressia sessualità

Sono ormai numerosi gli studi che testimoniano la presenza di problematiche sessualiproblemi nell’intimità, calo della libido, sessuofobia…all’interno dei disturbi del comportamento alimentare. Le donne che soffrono di anoressia, nello specifico, presentano una perdita di libido maggiore, rispetto alle donne che soffrono di bulimia e di altri disturbi alimentari non altrimenti specificati.

Esistono, inoltre, delle differenze tra anoressia e vomiting. Le donne anoressiche si privano totalmente di ogni forma di piacere, compreso chiaramente il sesso; le donne che soffrono di vomiting, invece, con le abbuffate, seguite dalla condotta di vomito auto-indotto, si concedono il piacere, che da numerose ricerche, si è visto essere simile al piacere sessuale. Possiamo, infatti, notare delle affinità tra le fasi dell’incontro della paziente col rituale dell’abbuffata e del vomito, con le fasi dell’attività sessuale: abbiamo una fase in cui si anticipa con la fantasia il momento dell’incontro col cibo, seguita dalla consumazione vera e propria dell’abbuffata e, infine, una fase di scarica dove ci si libera piacevolmente attraverso il vomito.

Manifestazione del legame anoressia sessualità a livello corporeo

Il basso peso corporeo, a causa della restrizione alimentare e la cattiva alimentazione, esercitano un’influenza diretta sulla produzione degli ormoni sessuali. Un’alimentazione equilibrata, infatti, è necessaria per la produzione di estrogeni, un ormone sessuale vitale nelle donne. Le ovaie, che sono la fonte del 50% del livello di testosterone femminile, nel corso di un disturbo alimentare come l’anoressia, diventano meno attive e con il calo di questo ormone, cala anche la libido.

L’esperienza clinica ha dimostrato che, anche quando il peso corporeo della ragazza vittima di anoressia viene ripristinato (con conseguente normalizzazione dei livelli ormonali) i problemi sessuali e le disfunzioni, però, tendono a permanere e, frequentemente, c’è una forte resistenza a parlarne. Parlare di sesso, infatti, è difficile e imbarazzante per tanta gente, a maggior ragione per chi è stata vittima di anoressia che, mostra, per eccellenza, una fortissima difficoltà a manifestare le proprie emozioni.

Quali sono alcuni dei problemi psicologici e relazionali correlati alla dimensione sessuale che le persone con disturbi alimentari devono affrontare?

Per rispondere a questa domanda è necessario fare un passo indietro: sicurezza, fiducia in sé e negli altri, capacità di esprimere liberamente sé stessa in tutti gli ambiti di vita quotidiana, sono obiettivi di primaria importanza in un intervento psicoterapeutico con un’anoressica. Spesso, se non si consolidano questi aspetti, sarà difficile assistere all’apertura, all’abbandono sessuale e non per ultimo, al piacere sessuale. Come può una persona con un disturbo alimentare, con importanti problemi di fiducia, distorsione dell’immagine corporea, che aspira alla perfezione, lasciarsi andare al desiderio sessuale, accogliere l’altro e “perdere il controllo” della situazione”?

Aiutare, pertanto, le pazienti a riacquistare fiducia in sé stesse nel mondo, è un processo di primaria importanza nell’intervento psicoterapeutico. Nel momento in cui si costruisce una relazione di fiducia con la paziente e si assiste al recupero del peso, sarà possibile, gradualmente e con molto delicatezza, introdurre tematiche delicate come quella del sesso e il rapporto gli altri.

Come intervenire per rompere il legame anoressia sessualità

Un percorso psicoterapeutico orientato in questo senso, si pone i seguenti obiettivi:

  • aiutare la persona a fidarsi di se stessa, delle sue reazioni, dei suoi pensieri e a prendersi cura di sé in maniera sana;
  • aiutarla a provare emozioni, anche quelle dolorose e ambivalenti;
  • abbandonare il rapporto con il cibo, i rigidi rituali o l’ossessione per il corpo e la sua immagine, a favore delle relazioni con gli altri;
  • ritrovare le gioie e i piaceri della vita (per alcune persone vuol dire provare gioia e piacere per la prima volta) ed in tal senso vedere il cibo come uno dei piaceri della vita;
  • Riscoprire la vita sessuale.

Di solito, quando una paziente è sulla strada della guarigione e si fida completamente del terapeuta, inizia a parlare di intimità e rapporti sessuali. Gradualmente verranno esplorate alcune aree e tramite una serie di domande, si potrà piano piano far rientrare, nella vita della persona, la sessualità e i suoi piaceri.

Quali i suoi sentimenti che prova riguardo al sesso? Come si sente all’idea di provare piacere? E’ consapevole del suo corpo? Prova vergogna? Si sente sicura all’interno di una possibile relazione? Se inizia a frequentare qualcuno, quali sono le emozioni che vive? Si fida del partner?

La terapia breve strategica, guida la paziente a “rispondere” a tali domande attraverso l’introduzione, nella quotidianità della persona, di piccoli piaceri, piccoli “rischi” (una passeggiata con un amico, parlare davanti ad un gruppo ristretto di persone ecc…) che consentono l’abbandono della “corazza” che per lungo tempo aveva indossato.