Binge Eating Milano
Disturbo da alimentazione incontrollata, fame emotiva, chili in eccesso
Il binge eating, spesso definito come disturbo da alimentazione incontrollata, si manifesta comportamenti bulimici di abbuffata, senza restrizioni alimentazioni e comportamenti di compenso tipici della bulimia (vomito, lassativi, attività fisica, digiuno), non segue una dieta e tende a mangiare in modo incontrollato anche al di fuori delle abbuffate.
Disturbo da alimentazione incontrollata
Ti abbuffi con una certa regolarità e proprio a causa di questo tuo comportamento ti senti profondamente frustrata? Periodicamente intraprendi, piena di buoni propositi, una dieta dimagrante per poi cedere di fronte un evento che ti ha “scosso” – litigio con partner, stress a lavoro, problemi coi figli… alla tentazione del cibo.
Alterni momenti un cui ti senti soddisfatta perché stai seguendo uno stile alimentare sano e riesci a fare attività fisica, a momenti in cui perdi completamente il controllo e mangi, senza nessun freno, il cosiddetto “cibo spazzatura”.
Ti guardi allo specchio, non ti ritrovi nell’immagine riflessa e indossi abiti che scegli solo allo scopo di “camuffarti e nasconderti”. Eviti di uscire, vedere gli amici e conoscere nuove persone nel timore di doverti esporre e pensi di non essere per nulla attraente.
Conosci alla perfezione un vasto numero di diete che sei riuscita a seguire solo per un breve periodo; ti sei affidata a numerosi professionisti e sottoposta a vari trattamenti – ma dopo enormi sacrifici e rinunce – non appena “abbassi la guardia”, ti ritrovi di nuovo con quei terribili chili in eccesso.
Il cibo e la tua immagine, sono diventati una vera e propria ossessione, insieme ad un profondo senso di pessimismo circa il fatto che le cose possano cambiare.
Scopri di più sul binge eating
Viviamo in una società che, da un lato, ci invita a mantenere la forma fisica perfetta e dall’altro, soprattutto attraverso messaggi pubblicitari mirati, ci invita ad acquistare e consumare una gran quantità di cibo e prodotti alimentari. Ogni giorno, a tutte le ore, anche attraverso la moda degli “happy hour”, è possibile mangiare costantemente; talvolta, ci si ritrova a sgranocchiare senza necessariamente avvertire un vero e proprio senso d’appetito, magari mentre si lavora davanti al pc o mentre si guarda la tv. Queste nuove modalità di consumo, insieme ai ritmi di vita stressanti, possono essere il preludio di stili alimentari scorretti come la stressoressia e disturbi come il binge eating.
Mangio mangio mangio e non mi fermo!
Più nello specifico, per binge eating (o disturbo da alimentazione incontrollata) si fa riferimento a quel disordine alimentare caratterizzato dall’alternanza tra grandissime abbuffate e prolungati digiuni.
Secondo il DSM IV i criteri diagnostici per il binge eating sono:
- Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata. Un episodio di alimentazione incontrollata si caratterizza per la presenza di entrambi i seguenti elementi:
- Mangiare, in un periodo definito di tempo (per es., entro un periodo di 2 ore), un quantitativo di cibo chiaramente più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo simile di tempo e in circostanze simili
- Sensazione di perdita del controllo nel mangiare durante l’episodio (ad esempio, la sensazione di non riuscire a fermarsi, oppure a controllare che cosa e quanto si sta mangiando).
- Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati a tre (o più) dei seguenti sintomi:
- Mangiare molto più rapidamente del normale
- Mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
- Mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati
- Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando
- Sentirsi disgustato verso sé stesso, depresso, o molto in colpa dopo le abbuffate
- È presente marcato disagio a riguardo del mangiare incontrollato.
- Il comportamento alimentare incontrollato si manifesta, mediamente, almeno per 2 giorni alla settimana in un periodo di 6 mesi. Il metodo per determinare la frequenza è diverso da quello usato per la Bulimia Nervosa; la ricerca futura dovrebbe indicare se il metodo preferibile per individuare una frequenza – soglia sia quello di contare il numero di giorni in cui si verificano le abbuffate, oppure quello di contare il numero di episodi di alimentazione incontrollata.
- L’alimentazione incontrollata non risulta associata con l’utilizzazione sistematica di comportamenti compensatori inappropriati (uso di purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico), e non si verifica esclusivamente in corso di Anoressia nervosa o di bulimia nervosa.
Il digiuno
Il problema che mantiene il problema secondo l’approccio strategico breve
Secondo la terapia breve strategica, invece, in maniera diametralmente opposta ai criteri individuati dal DSM, la tecnica basilare utilizzata da chi soffre di binge eating è il digiuno, il quale va ad incrementare il problema stesso e a rendere l’incontro con le successive abbuffate sempre più dilaganti e incontrollate. Il fatto di sottoporsi a questi volontari e prolungati digiuni, incrementa notevolmente, nella persona, il desiderio spasmodico verso l’abbuffata e verso i cibi che vengono selezionati nell’abbuffata stessa, che pertanto, finisce col diventare incontrollabile. Ed è proprio la sensazione di aver perso il controllo all’interno della dinamica digiuno-abbuffate controllate e di conseguenza, di mettere a rischio la propria linea e di sconvolgere il proprio equilibrio patologico, a spingere la persona a richiedere aiuto. Il binging, infatti, allo stesso modo del vomiting, possiede la convinzione di saper gestire, controllandolo e rendendolo sempre più perfetto, il piacere derivante dall’abbuffata, che inoltre, viene svolta in maniera solitaria.
Binge eating e controllo
La tendenza a programmare e controllare, peraltro, rappresenta una delle caratteristiche tipiche dei soggetti affetti da binge eating, dal momento che si tratta, frequentemente, di persone decise, autonome e affermate da un punto di vista sia sociale che professionale. A tale quadro corrispondono, talvolta, le “donne manager”, affermate e autonome sia da un punto di vista sociale che lavorativo, che programmano ogni aspetto della propria vita e che sono capaci di sottostare ad una programmata dieta ferrea e a completi digiuni, al fine di abbandonarsi segretamente alle esorbitanti abbuffate e così via, in un circolo vizioso senza fine.
Problemi nel campo lavorativo, storie d’amore complicate, insuccessi personali, possono rappresentare eventi di vita in grado di mettere in crisi e minare l’equilibrio disfunzionale della persona che, non riuscendo più a sperimentare la piena sensazione di controllo della dinamica digiuno-abbuffate, finisce col chiedere aiuto. In seduta può succedere che il binging, pur dichiarandosi collaborativo, mostri un alto livello di resistenza al cambiamento, dal momento che, indirettamente la sua richiesta non è tanto quella di risolvere la sua problematica, quanto piuttosto di riuscire a recuperare la capacità di controllo persa.
Fonte: Dott.ssa Simona Lauri – Psicologa Milano