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26 Aprile 2016In che modo le nostre convinzioni sul cibo e sul corpo, influenzano le emozioni?
Partirò dalla descrizione di un caso per illustrare in che modo le credenze che ci costruiamo influenzano la nostra mente.
D., donna in carriera e mamma di due bambini, ha sempre trascorso la sua esistenza, lottando con la bilancia. Aveva la sensazione che, pur mangiando cibi sani e facendo attività fisica, il suo corpo si ribellasse continuamente al regime alimentare che lei aveva impostato.
D. non aveva mai avuto un corpo atletico ma, con grossi sacrifici e impegno, riusciva a mantenere un peso considerato per lei normale. La grossa difficoltà, dipendeva, però, dal fatto che, nel momento in cui- anche solo temporaneamente- “abbassava la guardia” (concedendosi delle pause dalla dieta e dalla palestra), riprendeva immediatamente peso. D. descrive il suo rapporto con il corpo come quello di un bambino dal comportamento “anomalo”: il corpo non vuole obbedire ai suoi desideri. Il duro lavoro messo in pratica per perdere peso, è come la punizione necessaria per far sì che il “bambino impari a comportarsi bene.”
Dal momento che la dinamica messa in atto da D., la conduceva sempre ai medesimi risultati altalenanti, D., decide di intraprendere un percorso psicoterapeutico finalizzato ad adottare un punto di vista diverso.
Ricapitolando: D. si è costruita la credenza per cui possiede un corpo “ribelle” che non segue le regole della mente. Ed è proprio tale credenza che influenza il suo stato emotivo e, di conseguenza, il suo corpo.
D. ha una forte personalità, orientata al successo, in grado di individuare obiettivi e mete da raggiungere. Se da un lato, questo atteggiamento è utile per molti aspetti della sua vita (ad esempio a lavoro), dall’altro lato, l’eccessiva rigidità di questi pensieri, influenzano negativamente le sue emozioni relative alla sua immagine corporea al mondo del cibo.
Analizzando i suoi pensieri e le sue emozioni, emerge che, nel suo sistema di credenze e valori personali, per D., perdere peso e avere un corpo sano, è determinante per la sua felicità e per il suo benessere fisico e mentale. La sua felicità dipende anche dal suo aspetto fisico e non riuscire ad essere come vorrebbe, crea in lei, una sensazione di impotenza.
La sensazione di impotenza sta nel fatto che la sua mente, ha stabilito dei criteri rigidi sulla base dei quali giudicare se stessa e, di fronte al fallimento, emergono inevitabilmente emozioni e vissuti negativi.
Trasformare le credenze per trasformare il comportamento
La sfida per D., è quella di spostare il suo punto di vista, cambiare il suo dialogo interno, per acquisire una flessibilità tale da permetterle di tollerare le frustrazioni derivanti dalle difficoltà incontrate per perdere peso.
Il training alimentare integrato, attraverso un percorso mirato conduce verso una presa di consapevolezza delle proprie emozioni e dell’influenza che queste hanno sul nostro corpo e sul nostro stile alimentare.
Ma come fare imparare a trovare o ri-trovare il buonumore?
Buonumore: esercizio per ritrovare il sorriso. Bastano pochi minuti al giorno per coltivare il buonumore e le emozioni positive.
In che modo? Concentratevi sulle cose belle che vi succedono nel corso della giornata, anche le più piccole. Spesso, riflettere e focalizzarsi sugli episodi piacevoli della nostra vita, può essere difficile, perché tendenzialmente siamo portati a concentrarci sulle cose negative o che avvertiamo come fastidiose e minacciose, ma con un po’ di esercizio e con il potere quasi “magico” insito nella scrittura, possiamo allenarci a migliorare il nostro umore e il nostro grado di felicità.
Ricerche sul buonumore
Sono stati condotti anche degli studi sugli effetti benefici del buonumore. Lo dimostra anche una ricerca all’interno della quale è stato chiesto ad un gruppo di dipendenti (infermieri, assistenti, receptionist) presso un ospedale di compilare, un “sondaggio” on line, alla fine di ogni giornata lavorativa. Le persone non erano a conoscenza dello scopo della ricerca, semplicemente, avrebbero dovuto scrivere, molto brevemente, gli eventi positivi della giornata e spiegare perché proprio questi eventi, li avevano aiutati a sentirsi bene.
I partecipanti potevano scrivere qualsiasi cosa – dalle cose più piccole e semplici a quelle più grandi – fatti privati o di lavoro.
“Un medico mi ha fatto un complimento perché sapevo esattamente cosa fare in una situazione di emergenza e ho aiutato un paziente che stava avendo un attacco.”
Dopo circa tre settimane, si è visto che il livello di stress e il numero di “lamentele” a lavoro erano notevolmente diminuite e quei partecipanti che avevano segnato eventi particolarmente positivi, erano in grado di gestire meglio lo stress lavorativo e tornare a casa con più sereni.
Questa semplice ricerca dimostra che, provare focalizzarsi – attraverso la scrittura – sulle piccole e grandi cose che rendono piacevoli le nostre giornate e che ci mettono buon umore, ci aiuta a percepire diversamente il modo in cui viviamo il quotidiano e a cambiare, di riflesso, la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo.
Ricercare il buonumore nel quotidiano
Si crea, inoltre, un effetto benefico anche sulle persone che ci circondano. Le persone che, alla fine della giornata, si concentrano sulle cose belle che sono successe, sono più propensi a condividerle con i propri cari e a creare un clima familiare disteso e positivo. La ricerca mostra emozioni positive migliorano il pensiero creativo e l’innovazione.
Provate anche voi, per due settimana, a scrivere, a fine giornata, tre cose belle (grandi o piccole) che vi hanno fatto sorridere e che hanno alleggerito la vostra giornata.
VIDEOCORSO
FERMA LA FAME EMOTIVA
Ti sei mai trovato/a o tuttora ti trovi a vivere il cibo come una vera e propria ossessione al punto tale da trasformare il momento dei pasti in un “incubo”? O ancora, combatti con i chili in eccesso e per questo ingaggi vere e proprie lotte con la bilancia?
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Come ti senti dopo aver letto questo articolo?