mangiare per noia

mangiare per noia

Mangiare per noia: mi annoio, dunque mangio

Noia. Un lungo sbadiglio. Occhi mezzi chiusi, sguardo spento, labbro inferiore in fuori. Mento poggiato sul polso e gomito poggiato sul tavolo. La lotta per non addormentarsi è una sfida impossibile…quasi quasi mangio!

La noia si definisce come il senso di insoddisfazione, di fastidio, di tristezza che proviene o dalla mancanza di attività e dall’ozio o dal sentirsi occupato in un compito monotono, contrario alla propria inclinazione, tale da apparire inutile e vano.

Anche se siamo terribilmente impegnati, è facile che nella nostra vita si presentino alcuni momenti nei quali ci sentiamo annoiati.

Se fossi di buon umore saresti sereno, se fossi di cattivo umore saresti pensieroso, invece se sei annoiato…sei semplicemente annoiato: la sensazione più neutra che possa esistere.

Questa neutralità è, però, tutt’altro che inoffensiva e può causare fortissimi disagi in chi la prova, può diventare “dolorosa” e addirittura costituire un ostacolo difficile da gestire nella propria vita.

Noia normale, piacere e anedonia

La noia ed il piacere sono due elementi strettamente correlati che spesso si trovano a confliggere tra loro: se da una parte si potrebbe definire la noia come l’assenza di piacere, la causalità tra questi due fattori non è ancora del tutto chiara.

È la noia che diminuisce il piacere o è la mancanza di piacere che genera noia?

A questo proposito è utile compiere una divisione tra due livelli diversi di noia

  • La noia ordinaria

Questo tipo di noia si manifesta con uno stato acuto di mancanza di divertimento e un livello continuativo di monotonia. Di solito è temporaneo, anche se per alcuni può essere molto più frequente che per altri, non comporta struggimenti o particolari sofferenze ma può avere effetti sull’auto-percezione della persona che la prova poiché si ritroverà facilmente a chiedersi “perché si trova in quello stato”.

Lunghi periodi di inattività possono generare questo tipo di noia ed essere dannosi non solo per l’intelligenza e per la salute fisica delle persone, ma possono avere effetto anche sull’autostima e sull’auto-efficacia delle persone.

Per fortuna, uscire da questo momento di stallo è molto più semplice di quanto possa sembrare: basta impegnarsi in una qualsiasi attività o trovare qualcosa di divertente da fare. Anche un qualsiasi stimolo esterno (una chiamata di un amico) o un ricordo piacevole possono distrarre e gratificare chi li prova senza ricorrere a nessun tipo di intervento disfunzionale.

  • L’anedonia

L’anedonia un disturbo molto più grave e si manifesta in modo del tutto opposto rispetto alla semplice noia: è l’incapacità di provare appagamento o interesse per attività comunemente ritenute piacevoli, come per esempio il lavoro, le relazioni, il sesso.

Anedonia: una spiegazione neurologica

Quando si è “affetti” da anedonia non si riesce a provare il piacere in nessuna delle sue forme. Le ricerche hanno dimostrato che gravi forme di anedonia innescano una vera e propria variazione neurobiologica che avviene nel cervello della persona annoiata.

A questo punto, però, scatta un paradosso pericoloso che è causa, spesso, di problemi come dipendenze e disturbi alimentari.

Come si crea questo paradosso?

Dal momento che la persona non prova piacere, mette in atto tutta una serie di comportamenti che hanno una forte componente innata di piacere.

Alcuni trovano la fonte del piacere nel fumo o nell’alcol, altri ancora nel cibo (mangiare per noia).

Sfortunatamente molte cose che facciamo per sfuggire alla noia in realtà peggiorano la situazione, creando un circolo vizioso che può portare a problemi piuttosto seri…anche perchè a lungo andare queste stesse fonti svuotano letteralmente la vita della persona…facendola sentire perennemente insoddisfatta e ANNOIATA!

Che l’edonismo porti ad anedonia è solo una delle piccole ironie della vita.